I conti Buri fanno costruire una residenza in riva all'Adige. Il complesso è formato dalla Villa, una cappella, un casino di caccia, la casa della servitù, la barchessa e altre costruzioni minori. Il tutto è inserito in un parco di 13 ettari, circondato da 300 ettari di campagna.
La famiglia Buri prosegue per ramo femminile, diventando Bernini-Buri.
L'ultimo conte a risiedere nella Villa fu Giuseppe Bernini Buri, che rivestì incarichi di rilievo nel Partito Fascista.
Al termine della guerra, la popolazione locale saccheggia la Villa. Successivamente la Villa rimane di proprietà dei Bernini Buri, anche se non vi risiedono.
La Villa diventa, insieme a Bracciano e Colico, base scout nazionale. Vi si tengono i primi campi scuola per capi.
La Villa ospita alcuni alluvionati del Polesine.
Nasce l'associazione Villa Buri Onlus, con lo scopo di promuovere le attività sociali che già da tempo venivano svolte.